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Notizia

Nov 20, 2023

Un drammatico sorvolo conferma che l'aurora radioattiva di Mercurio tocca il suolo

Le bellissime aurore terrestri dai colori al neon si verificano quando le particelle cariche provenienti dal sole (il vento solare) si scontrano con l'atmosfera esterna del pianeta, chiamata ionosfera. Anche se questo bombardamento potrebbe creare problemi agli abitanti della Terra, il campo magnetico terrestre cattura le particelle e le incanala sopra i poli. Brillantemente luminescenti, le aurore si manifestano come nuvole e nastri nel cielo.

“Per la prima volta abbiamo assistito al modo in cui gli elettroni vengono accelerati nella magnetosfera di Mercurio e precipitati sulla superficie del pianeta”.

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Una nuova ricerca pubblicata dalla Europlanet Society descrive in dettaglio la causa dietro un’aurora ancora più strana, quella che regolarmente avvolge Mercurio con i raggi X. Questa aurora nasce dalla superficie del pianeta, non dalla sua atmosfera superiore, per ragioni descritte in un nuovo articolo.

"Per la prima volta, abbiamo assistito a come gli elettroni vengono accelerati nella magnetosfera di Mercurio e precipitati sulla superficie del pianeta", ha detto in una nota il fisico Sae Aizawa, affiliato all'Agenzia giapponese per l'esplorazione aerospaziale.

Si basa sui dati della missione spaziale BepiColombo, un progetto congiunto tra l’Agenzia spaziale europea e l’Agenzia giapponese per l’esplorazione aerospaziale.

Ciascuna parte ha finanziato una sonda, rispettivamente il Mercury Planetary Orbiter e il Mercury Magnetospheric Orbiter, e i due sono volati sul pianeta in una configurazione attraccata. Rimarranno uniti per un totale di sette anni, fino a raggiungere l'orbita finale attorno a Mercurio nel 2025.

Per arrivarci, la navicella spaziale congiunta ha preso un percorso tortuoso, girando attorno alla Terra e Venere prima di planare su Mercurio. Nel corso dei prossimi anni, BepiColombo effettuerà diversi sorvoli per rallentare e prepararsi per l'orbita finale.

Durante il primo di questi barnstorming, nel 2021, la coppia è arrivata entro 125 miglia da Mercurio e ha utilizzato strumenti al plasma per rilevare diversi tipi di particelle cariche nel vento solare. BepiColombo ha misurato anche la magnetosfera relativamente piccola del pianeta, compresa la magnetopausa e il bow shock, aree in cui il campo magnetico incontra il vento solare. Secondo i dati, la magnetosfera era in uno stato insolitamente compresso a causa della forza di detto vento.

I ricercatori in seguito conclusero che le particelle cariche volano dal lato oscuro del pianeta e piovono sul lato dell’alba, rilasciando così raggi X e producendo il bagliore aurorale. A differenza della magnetosfera terrestre, quella di Mercurio non è abbastanza potente da proteggere il pianeta dal vento solare.

"Mentre la magnetosfera di Mercurio è molto più piccola di quella terrestre e ha una struttura e una dinamica diversa, abbiamo la conferma che il meccanismo che genera le aurore è lo stesso in tutto il sistema solare", ha detto Aizawa.

—Matt Hrodey, Rivista Discover

Questo articolo è stato originariamente pubblicato dalla rivista Discover. Leggi l'articolo originale qui.

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